Si è creduto di scoprire il melone nelle pitture faraoniche, ma in
realtà si trattava di anguria.
È probabilmente l'anguria che gli Ebrei si nutrivano durante la
marcia nel deserto, il melone di origine del Caucasio o dall'Armenia.
Nel
V° secolo prima della nostra era che in Egitto producevano dei
meloni più grossi e meno amari.
Crescevano spontanei nel deserto angurie e meloni.
Plinio scopre nei dintorni di Napoli una varietà somigliante alle
mele.
In una pittura di
Herculanum mostra un melone disegnato con fedeltà.
Il melone era caricato nei lunghi cammini nel deserto, protetto dal
sole con delle pelli di cammello, era un ottimo dissetante oltre che
serviva di nutrimento.
Non si sa con esatezza se il melone fù importato negli U. S.A. da
Cristoforo Colombo (nei viaggi seguenti) o dagli Inglesi.
Sulla storia della cucina si sa pochissimo, i vari testi citano
soprattutto dei pasti fatti durante certe feste e eccetto qualche
ricetta di cui una maggioranza poco chiare l'uomo non possiede le
origini vere e proprie di una ricetta in particolare.
La cottura dei
fiori era già conosciuta nel bacino Mediterraneo
e si sparse assieme alla strada delle
spezie nelle varie culture
gastronomiche, si ritrova dalla Turchia sino all'Egitto un ottima
marmellata fatta sia dai boccioli di
rose (molto dolci e un lieve
sapore amarognolo dovuto alla parte bianca dei petali che è
lasciata) e l'Egitto solo i petali, gli antichi scoprirono che nei
fiori (fiori di melone, di zucchine, eccettera erano tante sostanze
utili all'uomo.